Metodo R.I.A.G.E.S e Fibromialgia

Circa 2 milioni di persone sono colpite da una patologia misteriosa, la maggioranza di queste persone sono donne. E’ caratterizzata da un dolore costante, spesso avvertito in tutto il corpo. Vorrei parlarvi di come il mio metodo “ R.I.A.G.E.S “ sia una delle poche tecniche in grado di alleviare i sintomi di questa patologia.

Ma partiamo dall’inizio. Di che patologia misteriosa vi sto parlando? Della Fibromialgia.

Ne hai mai sentito parlare?

Se sì, saprai purtroppo che non esiste cura, inoltre non è ancora riconosciuta come malattia invalidante, e quindi, a tutti gli effetti, è una patolgia senza diritti.

A questo proposito mi sono appassionato e impegnato con tutte le mie energie nella ricerca di una soluzione per rendere la vita di chi ne soffre più leggera, serena.

Una delle conseguenze più debilitanti per chi soffre di questa patologia è il dolore cronico, che si sviluppa nell’apparato muscolo-scheletrico, portando quindi un dolore diffuso, una notevole rigidità nei movimenti, anche quelli più semplici, questo perché i muscoli purtroppo non riescono ad avere un recupero fisiologico, in poche parole lavorano sempre e non riposano mai.

La vita di queste persone è tutt’altro che facile.

La passione per la Massoterapia mi ha portato nel tempo a creare un metodo, che ho chiamato R.I.A.G.E.S. che racchiude , nelle sue diverse sfaccettature la prevenzione e una convivenza più serena, di molte patologia invalidanti, come la Fibromialgia.

Parte del mio metodo R.I.A.G.E.S è studiato per alleviare i sintomi della Fibromialgia attraverso:

  • Riattivazione dei tessuti
  • Rigenerazione della fascia
  • Rieducazione delle abitudini del corpo
  • E infine risolvendo quella tensione cronica tipica della malattia

Posso con certezza dire che si possono alleviare i dolori provocati dalla Fibromialgia, migliorando notevolmente la qualità di vita, oltre che i rapporti con gli altri e con sé stessi. Questo non è un trattamento ma un metodo, un percorso che il paziente intraprende con costanza.

Per quanto tempo?

Non esiste una tempistica uguale per tutti, perché è il corpo stesso che ci avvisa quando abbiamo ottenuto il risultato migliore in questo metodo. Il percorso terapeutico, come spiego anche in questo articolo, è un percorso a due in cui le tecniche e doti empatiche del terapeuta vanno ad adattarsi alle specifiche esigenze e problematiche del singolo paziente.

Detendere la fascia

Tecnicamente parlando il mio principale lavoro è detendere la fascia.

Cos’è la fascia?

È un tessuto connettivo, che come dice la parola stessa Letteralmente mette in collegamento tutto il nostro corpo. Se entriamo più nel dettaglio, vedremo che è divisa in Superficiale Profonda

  • La prima (superficiale)

è ricca di fibre elastiche e presenta poca vascolarizzazione. Simile ad un’ unica continua “rete” si attacca al derma della pelle .

Permette l’immagazzinamento di grassi e acqua e forma una superficie che aiuta a mantenere il calore corporeo. Il suo spessore dipende anche dalla nostra alimentazione.

  • La seconda (profonda)

ricopre, avvolge, sostiene, unisce, protegge, fornisce coesione ad ossa, organi, muscoli, legamenti, tendini.

Comparata alla prima ha una struttura più robusta.

E’  una componente anatomica particolarmente rilevante nella determinazione della postura di ognuno di noi tanto che è stata definita l’ ”organo della forma”.

La Fascia, a volte considerata troppo semplicemente solo come un tessuto che ricopre ed avvolge i muscoli, è molto di più. La fascia è protagonista assoluta per la qualità del movimento o gesto motorio.

Pensiamo ad un robot di ultima generazione: la struttura portante e le articolazioni sono molto simili al nostro scheletro ed organi meccanici rimpiazzano degnamente i nostri muscoli e legamenti.

C’è però ancora una grande differenza tra uomo e robot: l’armonia dei movimenti. Al robot manca la fascia connettivale!

Ecco tutto questo accade in un corpo, che sta bene, non subisce ripetutamente traumi, prevalentemente privo di stress ,

però peccato che purtroppo questo non accade spesso, proprio perché con il tempo il nostro corpo ci abitua a nascondere quelli che sono movimenti, gli atteggiamenti sbagliati e ripetuti

E questo può, nel tempo, modificare la sua struttura.

Se cambiando si irrigidisce possono comparire dolori, contrazioni, tensionamenti, limitazioni del movimento, stanchezza, disfunzioni degli organi.

La fascia si contrae e si compatta in risposta a qualsiasi tipo di aggressione o stress fisico, emotivo, ambientale.

Se lo stato iniziale non viene automaticamente ripristinato le fibre in alcune zone possono sovrapporsi ed aderire una all’altra creando anormali pressioni, tensioni, disallineamenti, ridotto apporto di sangue

Le aderenze che si verificano in un punto, possono produrre tensioni in zone ben distanti;

la rete fasciale, infatti, connette tra loro tutte le zone del corpo.

Ciò aiuta a spiegare combinazioni apparentemente inspiegabili di dolori e lamenti di molte persone.

Molto spesso i sintomi dolorosi sono in parti del corpo che potrebbero essere considerate senza alcun rapporto diretto.

Così un dolore alla mano può essere provocato da aderenze che si verificano a livello del collo…

I tre principali fattori che irrigidiscono la fascia sono:

  • meccanico (sovrautilizzo / errata esecuzione di movimenti, posture errate, infortuni, sedentarietà)
  • chimico (alimentazione)
  • psico-fisico (stress, emozioni, freddo)

Il rilascio mio-fasciale è una tecnica di massaggio in cui il terapeuta usa una leggera e prolungata pressione sulle aree problematiche che assieme alla respirazione terapeutica rilascia le aderenze e permette di rilassare la fascia.

Diversi studi dimostrano che il rilascio mio-fasciale può portare a una diminuzione del dolore, a una migliore postura, a una riduzione dei sintomi, a un aumento del range di movimento e a una migliore qualità della vita, migliora il sonno, il dolore, i livelli di ansia e la qualità della vita nelle persone con fibromialgia per almeno un mese dopo la fine del trattamento.

Uno studio del 2017 ha riguardato il rilascio mio-fasciale come auto-trattamento, per cui si è insegnato alle persone a curarsi da sole. I ricercatori dicono che, nelle persone che lo praticavano regolarmente, ha portato a cambiamenti significativi nelle seguenti aree:

  • Giorni buoni a settimana
  • Intensità del dolore
  • Fatica
  • Rigidità
  • Depressione
  • Campo di movimento

Poiché la fibromialgia ci rende così sensibili al tatto e alla pressione, alcune persone sono riluttanti a provare il massaggio.

Mentre il rilascio mio-fasciale può rendere più facile per molti tollerare forme di massaggio più profonde.

 

 

 

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